L’autostrada, i bar malfamati, la palude, i vicoli, New Orleans: questo è l’habitat di Barry Gifford e del conturbante bagaglio di personaggi esagerati, viziosi e perduti che costituiscono la materia vivente delle sue storie.
Con Notti del Sud, pubblicato in Italia da Jimenez Edizioni, l’autore raccoglie tre romanzi pubblicati negli Anni Novanta in un unico monumentale affresco brulicante di vita e di morte, di tenerezza e di sconcerto: possiamo così scorrazzare fra i deliri di Gente di notte, Alzati e cammina e Baby Cat-Face senza temere di perderti. Come nei migliori trip non conta la destinazione, conta il viaggio.
E viaggiare per Gifford non è mai un’attività scontata: non è solo uno spostamento, è l’arte di naufragare e di smarrirsi dentro un caos talmente rigoglioso da accecare e confondere anche il più esperto degli esploratori.
In fondo, la strada per Gifford è come un fiume: guardandolo dalla riva si ha l’impressione che sia un elemento statico del paesaggio come una montagna e che la sua essenza sia racchiusa dal tracciato stampato con precisione su una carta geografica, ma è solo immergendosi nelle sue acque che si riesce a comprendere appieno la forza travolgente che movimenta il suo costante cambiamento e lo scorrere incessante che lo rende sempre diverso da sé stesso.
Limitare, obiettivo, memoria, meta. La strada come un fiume può essere tutto questo: possiamo seguirla in auto o col dito, sull’atlante, per perderci nelle sue diramazioni e avvicinarci al mistero del suo tumultuoso divenire, fatto di macchine veloci e paesaggi mutevoli.

Nella prosa pastosa e concreta di questi tre romanzi, come in una pozzanghera sull’asfalto, si riflettono tremolanti gli spettri di un’America minore e ubiqua fatta di sfondi desolanti e personaggi equivoci. Gifford riesce a cogliere, con storie che si sovrappongono parzialmente in un turbinio ipnotico, la magia di questo paese adombrato e marginale, così nella sua voce mito e sacre scritture acquisiscono la potenza allucinatoria di una leggenda metropolitana: è l’America, baby.
I romanzi brevi che compongono la raccolta pullulano di misteri e coincidenze, di violenza e di indolenza. Dietro ogni angolo si affaccia un prodigio, spesso oscuro, una stranezza, una tragedia assurda che arriva al lettore mediata da infinite confabulazioni e ramificata in una ragnatela di deviazioni come un itinerario ardito e sbandato: c’è quasi sempre la religione di mezzo, oppure l’odio razziale, o ancora il sesso.
Quella di Gifford è un’America mistica che riesce a riassumere in sé il fascino spaventoso di una nazione al contempo futuribile e arretrata, leggendaria e carnale.
Non ci stupiamo così di incontrare, lungo la strada, sacerdoti ossessionati dalle ragazzine, galeotte in fuga, femministe vendicative, messia tormentati. L’America è tutto questo e molto altro ancora, è un calderone in cui c’è spazio per ogni ingrediente, anche il più disgustoso, anche il più incredibile: malvagi candidati senza scrupoli, predicatori televisivi, culti underground, prostitute assassine.
Gifford ci trascina in un delirio fatto di sogni belli e brutti ma sempre conditi da una piccantissima spolverata di ironia che si deposita su ogni vicenda rendendola al contempo mitologica e disgraziatamente grottesca.
Accoppiamenti giudiziosi
Notti del Sud è il figlio illegittimo di un autore amato da David Lynch ma capace di sedurre (o lasciarsi sedurre?) dall’estetica sanguinosa e beffarda di Quentin Tarantino.
C’è molto cinema, in queste pagine, molto potenziale raccolto dai dialoghi fulminei e spiazzanti e dai caratteri dei personaggi che straripano dalla pagina e s’imprimono subito come icone tridimensionali, capaci di dare corpo tanto a una complessità immediatamente umana quanto a una stilizzazione molto fumettistica, quasi caricaturale.
Il medium prescelto, quello del romanzo, non deve trarre in inganno. Queste storie possono essere tutto: graphic novel, film di serie B, poster, racconti sbocconcellati davanti al fuoco con una latta di fagioli o sulle poltrone sudice di un diner nella provincia più profonda. Sono vicende autonome eppure strettamente collegate fra loro, come in un delirio stranamente coerente e per questo ancora più spaventoso e affascinante. Sono spezzoni della medesima pellicola giuntata malamente in un drive-in sperduto, fra ragazzini eccitati e popcorn, nel silenzio che precede i titoli d’apertura.

Capolavori come Notti del Sud e Pulp Fiction coesistono e si parlano in un universo parallelo alla realtà che viviamo: un mondo di violenza esagerata e dialoghi perfettamente assurdi, occhiali da sole e droga e balli pazzeschi: è impossibile non vedere una continuità fra opere di questo calibro che sembrano riversarsi l’una nell’altra, nella medesima epoca, nel medesimo istante in cui l’America sembrava veramente sul punto di dire qualcosa di geniale e irreparabile.
L’estetica di Tarantino, che percorre come un filo rosso sangue la sua intera produzione cinematografica toccando vette come Le iene e Kill Bill, si sviluppa proprio a partire da una certo gusto per la violenza esplicita e per le scene macabre che, unite a narrazioni disordinate e ricche di citazioni e riferimenti, costituiscono un importante legame con le narrazioni di Barry Gifford.
Non pare un caso che due percorsi simili si siano originati nello stesso paese e negli stessi anni in modo casuale: è anzi possibile individuare un collegamento invisibile che traccia i lineamenti di un sentire comune, toccando anche ad altri media e autori e consolidando così le basi di un immaginario pop fatto di esibizioni cruente ed esagerazioni e di una certa propensione al caos.
Tarantino e Gifford, ognuno col suo metodo allucinato e con la propria scorta d’ironia macabra, si rivelano ancora ad anni di distanza due fra gli interpreti più lucidi e feroci del nostro presente, perché sono riusciti entrambi a cogliere l’anima nascosta dell’America e dell’uomo moderno in generale: un garbuglio oscuro, irrazionale e scorretto che il realismo più schietto fatica a decodificare con gli strumenti del romanzo classico e che richiede nuove forme e nuovi linguaggi per poter esplodere in faccia ai lettori e agli spettatori, come un colpo di fucile.

Notti del Sud
Barry Gifford – Jimenez Edizioni, 2020