“Il grande sonnellino” di Simon Rich

Pablo Picasso, a quanto pare, ebbe a dire: “A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”.

È una frase apocrifa, probabilmente attribuita al pittore dalle ruminazioni agiografiche di qualche entusiasta, ma riassume bene una contrapposizione che fu cara già a William Blake, quella fra innocenza ed esperienza.

Siamo spesso abituati a vedere il passaggio fra questi due stadi come qualcosa di naturale e migliorativo: il bambino cresce, si sviluppa, matura. Come un frutto.

Sarebbe quindi normale aspettarsi di cogliere, al termine dell’infanzia, esseri umani preziosi come farfalle appena uscite dalla crisalide e terribilmente prossimi alla perfezione; una mela lucida, una pesca succosa, un fico dolce come miele.

Invece la crescita – per chi l’ha affrontata con abbastanza lucidità – è una metamorfosi ambigua, che dà e toglie: indubbiamente dona profondità, cultura, dignità, ma toglie anche magia e meraviglia e smunge i colori.

Innocenza ed esperienza sono dunque due opposti che rappresentano nel loro succedersi una trasformazione complessa che riesce a garantire pienezza a un’esistenza ma al contempo rovina la purezza iniziale, stropiccia e irrigidisce, corrompe.

È possibile allora una sintesi fra questi due stadi? Simon Rich crede di sì. Ne è anzi fermamente convinto e dedica a questa nobile ambizione la sua intera raccolta di short story Il grande sonnellino” (Nottetempo).

Rafa Macarrón, Untitled (2021) – immagine incorporata dal sito Avant Arte

Il suo è un sogno dal sapore piacevolmente agrodolce, che riesce a recuperare lo sguardo stupito dei bambini per analizzare il mondo degli adulti, senza dimenticare una meravigliosa e salvifica dose di ironia.

Ci porta così in un mondo colorato e ridicolo che corteggia la tragedia senza mai lasciarsi traviare e riesce a rimanere puro pur addentrandosi nei territori limacciosi dei problemi dei grandi.

I suoi racconti funzionano perché hanno la verve delle migliori commedie brillanti e la profondità del grande romanzo americano e analizzano il rapporto fra genitori e figli, l’amicizia e l’invecchiare con uno sguardo sorpreso e pulito, senza mai scadere nell’autopsia condotta dagli autori che triturano ed esaminano con il microscopio la propria vita sino a farne una poltiglia inservibile.


Accoppiamenti giudiziosi

Rich intrattiene e diverte, a volte commuove, a volte fa ridere di cuore. La sua prosa non annoia mai perché riesce a creare una dolcissima nostalgia per la capacità luminosa di guardare al mondo che ci circonda come se fossimo appena arrivati da molto lontano.

Solo così si riesce a trovare il lato divertente di ogni storia: non rifiutando il paradosso ma anzi abbracciandolo fino a renderlo una parte integrante di noi stessi.

Pirati che imparano ad essere genitori, baby detective, lupi siberiani che si ritrovano a visitare la figlia adottiva umana che li odia, supereroi scimmieschi sopraffatti dal senso di inutilità, maledizioni disneyane: tutto è concesso in questo libro esilarante, tutto sembra normale nella sua irresistibile assurdità.

Come Picasso, o come artisti più recenti quali Rafa Macarrón, il linguaggio dell’infanzia si rivela nelle opere di Simon Rich una chiave potente per aprire e svaligiare le nostre certezze e le nostre esistenze.

L’artista Rafa Macarrón – immagine incorporata dal sito Avant Arte

In particolare Macarrón, ex-ciclista spagnolo divenuto pittore, è approdato da autodidatta a questo modo di fare arte, recuperando linee e colori accesi dai disegni dei bambini e adattandoli a tele che indagano con semplicità ed efficacia le esperienze della vita di tutti i giorni.

I suoi personaggi sembrano cartoni animati ma non sono semplici, non sono ingenui: lo stile con cui sono rappresentati non li vuole limitare a un fumetto bidimensionale, ma anzi costringe lo spettatore a un efficace cambio di prospettiva, necessario per provare a comprendere meglio figure complesse e sfaccettate come solo le persone vere sanno essere.



Il grande sonnellino

Simon Rich – nottetempo, 2022


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