Non so veramente da dove iniziare. Vorrei parlare oggi di un libro che è rimasto introvabile per anni, almeno in Italia, e che improvvisamente è ritornato in vita grazie ad Atmosphere Libri.
Un libro zombie? Non proprio. Non credo sia mai morto, credo anzi goda di una strana forma di immortalità, simile a quella di cui sono dotati i suoi personaggi, i gangster che abbattono un presidente americano dopo l’altro e che restano in vita anche se crivellati di colpi.
Sto parlando naturalmente del bizzarro e coloratissimo “Sayonara, gangsters” di Takahashi Gen’ichirō.
Riassumerne la trama in poche righe è impossibile oltre che inutile: per apprezzare l’hellzapoppin di storie e riferimenti di cui le sue pagine sono stipate è molto meglio scostare la copertina e dare una sbirciata al suo contenuto.
Ci saranno un insegnante di poesia, un fiume che scorre al quinto piano di un palazzo, un gatto appassionato di vodka & letteratura, un poeta classico tramutato in frigorifero, un turista alieno. Ci sarà soprattutto una banda di gangster da cartoon, tipacci teneramente brutali capaci di riunire a sé i caratteri comici e tragici della migliore tradizione postmoderna.
La vera protagonista della storia, però, è la letteratura stessa che fa da sfondo alle vicende narrate e fa capolino qua e là attraverso un turbinio di riferimenti ora colti ora pop che spaziano dal mondo dei manga a quello dell’alta letteratura, passando per cinema, filosofia, poesia.
Takahashi compie con questo libro un atto incredibile che si rivela al contempo profanatorio e santificante: ruba e cita, come solo i migliori artisti sanno fare, prende e dona, esalta e avvilisce, pietrifica e galvanizza.
In questo modo la vicenda narrata dal romanzo perde da subito importanza, accontentandosi di fare da sfondo a un carnevale di storie esagerate, veloci e drammaticamente divertenti.
“Sayonara, gangsters”, col pretesto di raccontarci la storia di un poeta e della sua compagna in un mondo in cui le persone non hanno più un nome, ci trascina in un’assurda intersezione di fantasie che rende omaggio alla capacità dell’uomo di farsi artefice e innovatore.
Ciò diventa evidente in particolare in due momenti: quando il protagonista e la sua compagna scelgono di darsi un nome a vicenda e quando un’anziana studentessa di poesia prova in ogni modo a descrivere un eternamente mutevole mostro di Gila.
In entrambi i casi il racconto si fa creazione, l’invenzione prende corpo e diventa realtà: è dando un nome e descrivendo che si generano mondi.
Anche la professione del protagonista si rivela fondamentale per potersi orientare nei vari livelli di lettura del romanzo: insegnando poesia infatti si insegna ad aprire una porta fra la realtà esteriore e il proprio mondo interiore – quello della fantasia, popolato da tutte le presenze invisibili dei romanzi che leggiamo, dei film che vediamo, della musica che ascoltiamo.
Il maestro-poeta è quindi un essere inutile e fondamentale perché svolge la funzione di medium e catalizzatore di fantasie.
Nel libro ci sono parentesi tristi e momenti squisitamente comici, la cui alternanza non disorienta ma allieta e incuriosisce il lettore, facendolo rimbalzare in una devastante policromia di situazioni paradossali attorno alla figura seducente e terrificante del gangster.
Accoppiamenti giudiziosi
È proprio il gangster a rappresentare un punto focale molto interessante per provare a navigare nei contenuti variopinti e stratificati del libro e, auspicabilmente, per andare anche oltre, verso altre forme d’arte meno blasonate.
Il gusto per l’esagerazione e l’incessante stimolo alla creatività sono infatti alla base anche di un noto franchise di videogiochi sempre a tema criminalità: Saints Row.

Anche qui, come nel miglior delirio di Takahashi, la storia assume connotati volutamente kitsch e si popola di citazioni ironiche che lasciano volutamente campo aperto al giocatore e alla sua voglia di creare, mettendo a disposizione strumenti veramente raffinati per la personalizzazione del protagonista, della sua automobile e della sua imbarcazione.
Il risultato, a dire il vero non molto celebrato dalla critica in riferimento all’ultimo capitolo della saga, è quello di accostare elementi stridenti, colorati e chiassosi in un panorama che sembra impermeabile ad ogni pretesa di realismo.
Ci sono elicotteri che esplodono? Sì. Ci sono costumi da animale e cowboy e decalcomanie fiammeggianti sulle automobili? Sì, sì e ancora sì.
Ovviamente anche in questo caso la vicenda pare da subito inverosimile e strampalata, ma ogni elemento assurdo trova il suo posto in un prodotto che è un’autentica celebrazione alla libertà creativa degli utenti.
Nulla ci impedisce di giocare nei panni di un vampiro o di una strega verde, né di indossare uno smoking mentre pilotiamo un monster truck, né di gettarci dai palazzi più alti con una tuta alare che sembra disegnata da Leonardo Da Vinci.
La figura che meglio coglie questa voglia di libertà assoluta è proprio quella del gangster. Si tratta ovviamente di uno stereotipo volutamente cartoonesco, ben lontano dalla serietà dei film di Coppola e Scorsese quanto dalla tragica ferocia della vera criminalità organizzata.
Anche nel romanzo di Takahashi il gangster rappresenta il massimo grado di libertà possibile, quasi pari a quello di una divinità, perché non solo si “fa un nome” e imbastisce la propria leggenda gonfiandola di imprese rocambolesche, ma arriva addirittura a crearsi le proprie regole e a sfuggire alla morte semplicemente rinnovando ad ogni colpo mandato a segno la propria storia.
Con Saints Row si prova qualcosa di molto simile al brivido che forse sperimentano i grandi poeti mentre inventano il proprio mondo e lo popolano con tutto ciò che riempie la loro immaginazione: come un vero gangster anche lo scrittore ruba ispirazioni, sovverte le regole stabilite, fa resuscitare e morire con la stessa geniale nonchalance.
Non sorprende dunque assistere alla trasformazione del protagonista di “Sayonara, gangsters”, che da mite professore e letterato si fa criminale: forse, sotto sotto, tutti gli amanti della letteratura sono un po’ banditi…

Sayonara, gangsters
Gen’ichiro Takahashi – Atmosphere Libri, 2022