“I poteri forti” di Giuseppe Zucco

Ci sono raccolte in grado di stare in perfetto equilibrio fra reale e fantastico, senza aver paura di guardare in fondo al baratro. Ci sono raccolte, poi, che il baratro lo anelano, che si struggono per l’abisso e sembrano nate apposta per esplorare mondo sotterranei.

I poteri forti” di Giuseppe Zucco rientra decisamente in quest’ultima categoria. I racconti – scritti ottimamente, con la giusta dose di tensione narrativa – sono disposti in un perfetto crescendo, che accompagna allo scorrere delle pagine il susseguirsi di storie via via più arcane, più ardite. In questo modo, procedendo verso la fine del libro, si ha l’impressione di discendere in un territorio magico, in cui il bizzarro diventa tanto compartecipe del reale da sembrare assolutamente normale.

Non ci stupiamo così di ascoltare uccelli parlanti, di accompagnare spose suicide alla ricerca del palazzo giusto da cui buttarsi, di vedere strani tatuaggi emergere da soli sulla pelle come una sorta di autobiografia, né ci sembra assurdo sentire di mogli che ridono di notte come Giuditta di fronte alla decapitazione di Oloferne.

L’ambientazione di Zucco è infatti sempre saldamente ancorata alla quotidianità: ci parla di uomini e donne comuni, di uffici, di scuole. Ci mette a nostro agio.

Ciò che innesca la narrazione è però un elemento assurdo o surreale, che s’insinua fra le parole ora gentilmente ora prepotentemente e compone in questo modo storie che sembrano uscite da un sogno.

Punto più alto è il racconto di chiusura che dà il titolo all’intera silloge, in cui due ragazzini vivono le prime fasi di un amore impacciato grazie a una tragedia collettiva che li spaventa, eccita e unisce in un incubo moralmente complesso e tremendamente reale.

È proprio l’ambiguità uno dei più pregevoli punti di forza della raccolta: fra realismo e weird, fra , il contrasto non pare mai fuoriluogo ma anzi diventa la chiave per esplodere il mondo che siamo abituati a conoscere in prospettive inedite, mai facili.

Le storie di Zucco si rivelano ad una prima lettura meravigliosamente scomode, nere, pungenti, ma sanno anche miscelare dolore e tenerezza con equanimità e gusto tali da renderle difficili da classificare.


Accoppiamenti giudiziosi

Visioni oniriche, paradossi, gemmazioni paranormali formano un legame molto saldo fra i diversi racconti e insinuano crepe luminose nella corteccia stanca della nostra letteratura realistica.

Apprezzando enormemente i tentativi di superare il realismo, specie nei racconti brevi, non posso che consigliare la lettura di quest’opera che non mancherà di stupire con la sua ambivalenza, col suo sapore agrodolce, con la sua tragicità ovattata.

Ritrovo, fra le parole di Zucco, le stesse atmosfere che permeano i lavori di Andrea Wan, illustratrice originaria di Hong Kong.

Grazie agli sfondi neutri e ai colori pastello, le sue invenzioni spiazzano e scompongono il reale in un materiale puramente onirico, fatto di emblemi e di ossessioni, ma anche di memoria e di sonno.

Nel mettere a disagio, le opere dell’artista così come i racconti di Zucco fungono da porte per invitarci a entrare in riflessioni.

Si ha sempre la sensazione di aver capito solo una parte del messaggio e di esserne tuttavia saziati: la bellezza, il mistero, la profondità non hanno bisogno di istruzioni per trionfare. Basta chiudere gli occhi e dormire perché ogni sogno diventi una realtà sensibile.



I poteri forti

Giuseppe Zucco – NN Editore, 2021


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