Certo è bella New York, con le sue luci, le sue carriere, i suoi Jay McInerey, i suoi Bret Easton Ellis. Ma gli Stati Uniti non finiscono nella East Coast, proseguono serpeggiando per strade poco battute, si inerpicano sugli Appalachi, sorvolano deserti e immense pianure per crogiolarsi nelle tavole calde, nei bagni pubblici, nelle case sghembe di un centro carnoso e indigesto, come il nocciolo di un frutto così maturo da risultare dolcemente disgustoso.
Elliot Edizioni ci ha regalato da tempo questa perla ormai perduta, un fuori catalogo mai ristampato per cui ci si getta volentieri in una ricerca disperata o in una sessione intensiva di inglese per poterlo apprezzare in lingua originale.
Siamo a Knockemstiff, Ohio. Un posto che ai più non dirà assolutamente nulla, un posto che esiste davvero ma che trova solo nell’immaginazione di Donald Ray Pollock la spinta giusta per diventare leggenda.
Ci sono ragazzini assetati di sangue, donne strambe che tengono nella borsetta bastoncini di pesce surgelati, uomini di mezza età disperati e sovrappeso, reduci di guerra, candidi delinquenti, formiche, ragazze inventate e ragazze fuggite.
Nella penna di Donald Ray Pollock insomma c’è tutta l’America scorretta e bastarda che non arriva quasi mai nei cinema. Le storie che ci racconta – ce lo assicura la postfazione – sono tutte inventate, ma i luoghi sono veri.
Knockemstiff esiste, da qualche parte nell’Ohio, e anche se non compare su tutte le cartine stradali riesce ad animarsi nelle esistenze di svariati personaggi minori che con tragicomica vitalità contribuiscono a distillare una miscela potente, tossica, assuefacente.
Se ne vorrebbero di più, altri racconti ancora. Altri padri distratti, altri autostoppisti, altri paesaggi sbagliati.
Leggerlo da lontano è un’esperienza straniante e possente, perché riesce a trasmettere anche a chi vive in un continente vecchio e affollato come l’Europa un senso di solitudine e perdizione che solo le grandi distanze americane riescono a garantire.
Nelle storie di Pollock si respira una preziosa coerenza di fondo, che denota una profonda comprensione della natura umana da parte dell’autore: lo si ascolta a bocca aperta mentre dirige un coro di voci diverse e stonate ma stranamente ben armonizzate e lo si guarda ammirati affrontare ogni meccanismo sbagliato dall’interno, scavando i personaggi sino a restituirne l’anima su carta.
La potenza di Pollock lo rende così un dio indifferente ma intimamente vicino ai suoi personaggi: respira la loro stessa aria, conosce i loro problemi, le loro manie, i loro pensieri meschini e le loro paure che sono un po’ anche quelle di ogni suo lettore.
È così che si crea l’esaltazione dell’altra faccia del sogno americano: il fallimento.
La terra delle possibilità viene ritratta quindi in un modo autentico ancorché dissacrante, senza odio o spirito di rivincita ma con la dolce malinconia di chi non incolpa nessuno per le proprie disgrazie.
Esiste il successo, certo, esistono quelli che ce l’hanno fatta. Poi esiste anche la gente normale, chi ha sbagliato, chi si è abituato a vivere nel proprio fallimento, chi non vuole inseguire una chimera verso le città illuminate, chi non riesce a trovare una ragazza, chi non riesce nemmeno a uccidersi.
Appare chiaro, proseguendo nella discesa vorticosa delle pagine e dei loro personaggi sgangherati nei propri inferni personali, che ci troviamo davanti a una perla rara, che disseziona la complessa anatomia del fallimento sino a disvelarne gli organi interni luminosi e colorati come pianeti lontani ma stranamente familiari.
Accoppiamenti giudiziosi
Per continuare a respirare qualche boccata delle atmosfere dell’Ohio più ruvido, possiamo dare un’occhiata ai titoli disponibili su Netflix e sprofondarci nella visione de “Le strade del male” di Antonio Campos con Tom Holland, Bill Skarsgård e Robert Pattinson.
Si tratta di un adattamento dell’omonimo romanzo sempre scritto da Donald Ray Pollock.
Tornano i paesaggi, le storie crude e vivide, le figure complesse e senza scampo che continuano a brillare di speranza mentre tutto brucia. Torna Knockemstiff, centro di un mondo complesso e sbagliato che vede agitarsi predicatori impazziti che liberano ragni dentro la chiesa, soldati crocefissi, serial killer, giovani con pesanti eredità e un’assoluto desiderio di vendetta.
Skarsgård e Pattison in stato di grazia, circondati da un cast giovane e promettente, riescono a trasportare efficacemente sulla pellicola le atmosfere vagamente horror/pulp di Pollock, confezionando un film tragico, monumentale e nerissimo che riempie gli occhi per molto tempo dopo la visione.
Un film da leggere fino in fondo sicuramente.